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Foto courtesy Fulvio Lo Cicero
Blog di politica, attualità.
Le Borse europee in meno di un’ora hanno azzerato i forti guadagni iniziali, ad esclusione del Dax di Francoforte che sale del 9% per effetto del volo (+87%) di Volkswagen.
Il caso è emblematico per dimostrare ancora una volta che gran parte dei movimenti recenti dei mercati azionari non è spiegabile solo con il peggioramento delle condizioni macro, ma anche e soprattutto con gli eccessi degli strumenti derivati.
Volkswagen guadagna il 530% dall’inizio dell’anno senza alcuna motivazione apparente di tipo fondamentale. Secondo gli esperti a guidare la folle corsa del titolo degli ultimi giorni ci sono solo ragioni tecniche. Vediamo di capire:
Porsche nel week end ha annunciato a sorpresa che intende arrivare a controllare il 75% del capitale di Volkswagen. Ciò significa che al 42% già posseduto aggiungerà le azioni che derivano dall’esercizio di tutte le opzioni d’acquisto in circolazione (corrispondenti a un altro 31,5% del capitale), costringendo gli intermediari a chiedere la consegna delle azioni Volkswagen. Il mercato non si aspettava una mossa del genere.
Se consideriamo che il Land della Sassonia possiede un altro 20% del capitale, emerge che di fatto il flottante in Borsa è ridotto a un modesto 5%.
E’ quindi molto probabile, se non certo, che improvvisamente molti investitori speculativi che hanno venduto allo scoperto (ovvero senza detenerle) azioni Volkswagen per sfruttare il pessimo momento del mercato auto si trovano oggi costretti a comprare azioni a qualsiasi prezzo. Morgan Stanley stima che lo scoperto ammonti a 10 miliardi di euro.
Sta quindi crollando un gigantesco castello di carte e temiamo che qualche speculatore chiuderà i battenti per questo giochetto maldestro.
Un’altra notizia che dà la misura delle follie di questi giorni arriva dalla California. Il Sole 24 Ore riporta che un fondo hedge avrebbe perso l’85% in un sol giorno perché costretto a smontare tutte le posizioni sui derivati per restituire immediatamente i fondi alla banca finanziatrice. Per inciso il fondo era stato inserito nella lista dei migliori dalla rivista Barron’s.
Purtroppo, se le dinamiche della Borsa sono simili ai casi sopra esposti, non ci sono ragionamenti in grado di spiegare i prezzi di certe azioni. Per esempio difficile capire perchè oggi Intesa perde il 9% e Banco Popolare sale del 6%. Non ci resta che aspettare la fine della bufera, con l’augurio che arrivi presto.
Sono arrivato negli Stati Uniti pensando di trovare un Paese depresso, arrabbiato, sconvolto. Qui quasi un milione di famiglie sta perdendo la casa, decine di migliaia di persone sono sull’orlo del fallimento personale, un’intera generazione di pensionandi vede dimezzare, con il crollo di Wall Street, i risparmi di una vita e le aspettative di una vecchiaia serena. Negli Stati Uniti ci sarebbero davvero ottimi motivi per scendere in piazza e invece si tira avanti, talvolta col magone, ma senza pensare a una rivoluzione. Non ancora, perlomeno.
Poi mio collego ai siti italiani e scopro immagini fortissime: piazza Duomo a Milano occupata dagli studenti, la sede di Assolombarda assaltata con fumogeni e i petardi, giovani che tentano un blitz all’auditorium di Roma. E tutto questo perchè? Per bloccare una riforma scolastica che, perlomeno per quel che concerne elementari e medie, propone misure di assoluto buon senso: il maestro unico, l’insegnamento dell’educazione civica, il voto in condotta. Prima di partire per gli Stati Uniti ho incontrato degli amici austriaci residenti a Milano che davvero non riuscivano a capire le ragioni di questa agitazione: a Vienna norme del genere sono normali, come in Francia, come in Germania, come in Svizzera.
In Italia no. E per impedirle si provoca un nuovo Sessantotto. E tutto questo mentre il mondo sprofonda nella prima vera recessione globale, questa sì davvero spaventosa. Da lontano mi chiedo: ma l’Italia è impazzita?
Ps: che tristezza vedere immagini come queste riportate da Youreporter