venerdì 10 ottobre 2008

BANCO POPOLARE Emergenza finita, la Borsa ci crede

Fonte: Focus on Finance

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BANCO POPOLARE Emergenza finita, la Borsa ci crede
di: Marino Masotti


Banco Popolare potrebbe essere la prossima banca italiana costretta a smentire le proprie smentite per varare una ricapitalizzazione e rendere più solidi i propri requisiti patrimoniali. Ieri il titolo ha perso quasi il 15% ed è stato penalizzato anche dalle voci di un imminente aumento di capitale: oggi la banca veronese ha cercato di rinfrancare gli animi comunicando che "sulla base delle stime al 30 settembre non emergono impatti rilevanti sui ratios patrimoniali del gruppo rispetto a quanto già comunicato in occasione dei dati al 30 giugno". Il riferimento è all'obiettivo di un ratio Tier 1 del 7,5% a fine anno. Dopo una serie di saliscendi, a metà pomeriggio il titolo perde lo 0,5% a 8,76 euro. Nel corso della mattinata la maggior parte dei dirigenti del gruppo, circa l'85% del totale, ha messo mano al portafoglio per comprare in Borsa 260 mila titoli, circa 2,4 milioni di euro a 9,2 euro per azione. La società nata nell'estate del 2007 dalla fusione tra Banca Popolare Italiana e Banco Popolare di Verona e Novara, si è ritrovata più gracile dopo il matrimonio ed ha dovuto correre ai ripari con una drastica dismissione di asset. L'amministratore delegato Fabio Innocenzi è stato rapido nel procedere con lo smobilizzo, e a fine giugno aveva annunciato che, grazie ad alcune cessioni di asset già avviate (ma non ancora concluse), il Tier 1 ratio calcolato pro forma (come se le vendite fossero state già chiuse) era del 7,4%. In realtà, il valore puntuale a quella data era il 5,6%, un livello che desta qualche preoccupazione nella tempesta finanziaria attuale. Le più importanti istituzioni finanziarie del mondo si trovano in sala di rianimazione e l'euribor, salito ai massimi storici, indica che la diffidenza tra una banca e l'altra è massima. Quindi, è la semplice prudenza che suggerisce di pensare che chi si è impegnato a comprare le attività della banca, possa ora ripensarci, o semplicemente chiedere uno slittamento del pagamento.
Quanto successo a Unicredito indica che in questo momento trovarsi con i coefficienti patrimoniali "tirati" è una faccenda delicatissima, perché quello è l'elemento che mette più in apprensione i mercati. La banca milanese, che aveva un Core Tier 1 ratio del 5,7% a giugno, e contava di salire sopra il 6% entro la fine dell'anno, ha annunciato domenica una ricapitalizzazione da 6,6 miliardi di euro che porterà i livelli di patrimonializzazione oltre la soglia della tranquillità del 6,5%. Banco Popolare si trova in una situazione non troppo diversa: è in mezzo al guado proprio quando la corrente si fa più forte. Il Core Tier 1 comunicato dalla società a fine giugno era pari al 5,9%, ma si trattava di un dato pro forma che teneva conto di operazioni che a oggi non sono ancora del tutto chiuse: se tutto dovesse filare liscio e le dismissioni seguissero il loro corso regolare, si arriverebbe a fine anno tra il 6% ed il 6,5%. Gli analisti, anche quelli che non hanno giudizi negativi, sono cauti e si aspettano che il Core Tier 1 di Banco Popolare arriverà al 6% a fine anno ed al 6,3% a fine 2009, livelli che non garantiscono piena sicurezza quando nessuno si fida più di nessuno. Gli analisti più pessimisti si aspettano, invece, un Core Tier 1 a fine anno del 5,6%. La settimana scorsa Merrill Lynch ha abbassato il giudizio ad underperform ed ha avvertito che la banca, tra le popolari, è quella con la "flessibilità sul capitale più bassa, in quanto ha già sfruttato a pieno le opportunità delle emissioni di titoli ibridi". Gli analisti Andrea Filtri ed Antonio Guglielmi affermano di non aspettarsi alcun miglioramento o beneficio per quanto riguarda il fardello Banca Italease, partecipata al 30,7% che si trova in difficoltà e deve essere aiutata con linee di credito speciale di oltre 4 miliardi di euro. Banco Popolare spera di riuscire a vendere almeno una parte di Efibanca: la banca d'affari del gruppo è sul mercato, senza esiti, dal 2005. Questo non sembra proprio il momento adatto per piazzare a qualcuno una merchant bank: "Siamo scettici sulla possibilità che si faccia sotto un compratore" si legge nella nota di Merrill Lynch.

martedì 7 ottobre 2008

Il nuovo Uragano: " Subprime"




Il nuovo uragano, il più devastante di tutti gli ultimi anni, non si è abbattuto sulle coste Caraibiche bensì su tutto il Globo. Ebbene sì. Parlo dell'uragano Subprime, che abilmente -attraverso le banche americane- il capitalismo Usa è riuscito a "spalmare" a tutti noi, attraverso la "cartolarizzazione" dei mutui in contenzioso, e la successiva (ben più grave) diffusione di essi nei panieri dei Fondi Comuni e altre tipologie di investimento. Avevo poco fa scritto un articolo su http://borgoantico.blogspot.com/ dal titolo: "Ma conviene ancora investire in Borsa"? dove spiegavo sommariamente questo concetto. Molti anni fa mi fu detto da un costruttore riminese abbastanza noto, che noi (all'epoca ero promotore finanziario) vendevamo "fumo" e che solo loro ci davano qualcosa di "reale" ...di "concreto" come il mattone. All'epoca mi incavolai, ci rimasi male e criticai l'atteggiamento superbo di questo costruttore. Ma con gli anni e le crisi borsistiche superate come la "Bolla speculativa" del 2000 oppure i casi di maxi truffe quali Enron e poi Parmalat, tanto per citarne un paio, mi fecero capire che il sistema finanziario capitalistico si è sempre basato su castelli di sabbia e che di reale non c'è niente. Una volta si parlava della convertibilità in oro, che significava che almeno la carta stampata aveva un legame ad un valore legato al metallo di cui le quantità erano stimate "finite" o altamente costose da estrarre.. ma se osserviamo da vicino questo concetto... comunque sia, l'oro non ha un valore... se non quello che gli attribuiamo noi esseri umani. Monili preziosi nell'antichità, gioielli oggi.. ma a mangiare non serve... a curare il clima o l'inquinamento del nostro Globo neppure.. a ripararci dal mal tempo o dalle bestie feroci neppure... quindi è come prendere delle pietre per terra e attribuire loro un valore teorico.. A cosa serve l'oro oggi se non ha valore reale? A cosa servono i pezzi di carta (azioni) che stabiliscono un valore alle aziende o ai loro comportamenti futuri (dividendi, debiti, bilanci, profitti) che non sono altro che il "frutto della immaginazione collettiva" sul comportamento di un determinato settore, azienda, politica, ecc? Sono tutte "scommesse" e si è visto ieri col crollo delle Borse di quanta spazzatura siano pieni i nostri portafogli! A cosa serve mettere i nostri risparmi nei Fondi Comuni, o nei certificati di deposito delle banche o nei debiti dello Stato se poi ci riempiono di merda facendo pagare a noi i loro errori? Gli americani "spregiudicati" (e con ciò non intendo offendere milioni di persone bensì i suoi governanti o i "managers" rampanti della Lehman così come furono quelli della Enron) hanno finalmente esportato al Mondo intero la loro merda (i subprime) assieme all' inflazione del loro dollaro. E fintanto che il petrolio verrà acquistato in dollari sarà così. La guerra in Iraq di un Saddam "dittatore" -peraltro sempre spalleggiato dagli Usa- e le minacce contro l'Iran -con la storia dell'atomica- sono state camuffate per stroncare il tentativo di creare la Borsa Petrolifera in Euro. Pensate al crollo che l'America avrebbe se il loro bigliettone verde
-quando dovessero approvvigionarsi di Euro comprandoli a caro prezzo- si inflazionasse... L'emissione di carta moneta per sopperire ai loro fabbisogni di oro nero creerebbe inflazione interna... creerebbe recessione (ancor maggiore di quella che già hanno)...
Quindi, grazie ancora "America" per averci fatto mangiare i tuoi escrementi!
Io continuerò a divulgare il mio convincimento ad investire in mattoni. Possibilmente dove ancora vi sia un mercato e dove girino i risparmi. Almeno sotto un tetto non piove! definizione Wiki di subprime
Ripropongo qui un articolo interessante sul Blog di Marcello Foa:
Blog Biografia 30Jan 08 I mutui subprime, la frode della Casta delle banche L’Fbi ha messo sotto inchiesta 14 istituzioni finanziarie per lo scandalo dei mutui subprime. Era ora. Ricapitoliamo: per uscire dalla crisi di inizio decennio provocata dal crollo del Nasdaq e dall’11 settembre, la Banca centrale americana ha abbassato i tassi ai minimi storici, sfiorando lo zero. L’economia si è ripresa, ma le grandi banche ne hanno approfittato per gonfiare artificialmente il mercato immobiliare. Come? Inducendo milioni di cittadini a comprare casa anche quando non potevano permetterselo, grazie ai mutui subprime, che coprono fino al 100% del costo, richiedono basse garanzie sul reddito e garantiscono (anzi, garantivano) inizialmente tassi molto bassi. Ma quando i tassi hanno ripreso a salire, è arrivato il conto: molta gente non ce l’ha più fatta a sostenere rate improvvisamente stratosferiche. Normalmente in questi casi a pagarne le conseguenze sono le banche che hanno emesso il mutuo. E invece no, questi gentiluomini avevano spalmato il rischio subprime usando strumenti finanziari collaterali (obbligazioni e più in generale titoli di debito), rivolti inizialmente a società specializzate ,ma poi diffusi in tutti mercati, persino in quelli monetari, senza rivelarne il vero livello di rischio. Risultato: ancora oggi la maggior parte delle banche non sa se ha in portafogli titoli “puliti” o avariati. Insomma, le grande banche si sono arricchite con metodi poco trasparenti, cercando di far pagare surretiziamente ad altri la fattura. Da qui l’inchiesta dell’Fbi per frode. Come non definire banditesco questo comportamento? Il prezzo lo sta pagando l’economia mondiale; insomma, lo stiamo pagando tutti noi. La vicenda induce ad altre considerazioni. Perché le istituzioni incaricate dei controlli hanno lasciato fare? Dov’erano le agenzie di rating? Possibile che la lezione degli scandali Enron, Parmalat, Swissair sia già stata dimenticata? E con che faccia banche come Citigroup, Ubs, Morgan Stanley continuano ad emettere giudizi sulle società quotate in borsa? Un po’ di coerenza, per cortesia. Io dico: ben venga l’ inchiesta; che l’Fbi faccia davvero pulizia.

domenica 5 ottobre 2008

Politica: L' Emerdamento sul Precariato

Ma i precari, dopo 3 anni dovrebbero prostituirsi, secondo il Ministro Brunetta?
Leggete il Blog sul problema.
Fra un po' anche noi "liberi professionisti" faremo un corteo.. visto come i vari Governi ci hanno lasciato l'economia...!

http://precaridellaricerca.wordpress.com/

http://iltempo.ilsole24ore.com/adnkronos/?q=YToxOntzOjEyOiJ4bWxfZmlsZW5hbWUiO3M6MjE6IkFETjIwMDgxMDA0MTMyNjQzLnhtbCI7fQ==


http://precaristat.blog.dada.net/tag/brunetta

http://it.youtube.com/watch?v=ALXbd9EveB4

Riviera Maya

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