Sono arrivato negli Stati Uniti pensando di trovare un Paese depresso, arrabbiato, sconvolto. Qui quasi un milione di famiglie sta perdendo la casa, decine di migliaia di persone sono sull’orlo del fallimento personale, un’intera generazione di pensionandi vede dimezzare, con il crollo di Wall Street, i risparmi di una vita e le aspettative di una vecchiaia serena. Negli Stati Uniti ci sarebbero davvero ottimi motivi per scendere in piazza e invece si tira avanti, talvolta col magone, ma senza pensare a una rivoluzione. Non ancora, perlomeno.
Poi mio collego ai siti italiani e scopro immagini fortissime: piazza Duomo a Milano occupata dagli studenti, la sede di Assolombarda assaltata con fumogeni e i petardi, giovani che tentano un blitz all’auditorium di Roma. E tutto questo perchè? Per bloccare una riforma scolastica che, perlomeno per quel che concerne elementari e medie, propone misure di assoluto buon senso: il maestro unico, l’insegnamento dell’educazione civica, il voto in condotta. Prima di partire per gli Stati Uniti ho incontrato degli amici austriaci residenti a Milano che davvero non riuscivano a capire le ragioni di questa agitazione: a Vienna norme del genere sono normali, come in Francia, come in Germania, come in Svizzera.
In Italia no. E per impedirle si provoca un nuovo Sessantotto. E tutto questo mentre il mondo sprofonda nella prima vera recessione globale, questa sì davvero spaventosa. Da lontano mi chiedo: ma l’Italia è impazzita?
Ps: che tristezza vedere immagini come queste riportate da Youreporter
Stimato Foa, per quel che leggo, vedo, sento e per i ricordi di quando ho vissuto a New York, la grande differenza tra la nostra Italia e gli Stati Uniti è semplicemente che loro “credono” di essere i migliori.
Quando c’è da rimboccarsi le maniche lo fanno, senza polemica, piagnistei, e senza chiedere a nessuno.
Forse sarà l’antico spirito dei “pionieri” che conquistarono il West… non so. So soltanto che solo nel nostro paese siamo Machiavellici e cerchiamo di non far lavorare chi governa solo per il gusto di mettere il bastone tra le ruote, anziché essere uniti e sportivamente collaborare con chi ci ha battuti per il bene di tutti.
Il nostro, purtroppo, è un Paese dove vive e cresce e prospera la sterile polemica.
Speriamo che l’america si risollevi, e ci insegni ancora una volta come dobbiamo reagire.
Saluti, Roberto Pino
“Yes we can”
1 commento:
Roberto, non potevi dirlo meglio. L'America con tanti pregi e difetti, ha un popolo che non sciopera mai. Una forza di volonta' e voglia di vivere fino all'ultimo. I vecchi pionieri, hanno lasciato dietro un DNA fortissimo. Ci si rimbocca le maniche e si lavora ancora piu' duro. Ciao a tutti, dall'america.
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